NESSUNO DOVREBBE SEGUIRE DIETE CHETOGENICHE!

Lo sapevate che le diete chetogeniche in pratica non dovrebbero mai essere fatte? Perchè non hanno nessuna indicazione medica se non in un paio di situazioni particolari: alcune forme di epilessia oppure quando è richiesto un rapido calo ponderale in vista di un intervento chirurgico. Eppure tutti ne parlano e molti le prescrivono.

QUANDO NON FARE DIETE CHETOGENICHE

Vengono proposte non solo per il trattamento dell’obesità e del diabete mellito, ma addirittura ‘a livello sperimentale’ nel campo dello sport e dell’anti-aging o come panacea di molte malattie (disturbo bipolare, Alzheimer, ipertensione arteriosa, ecc…). Viene seguita anche da persone normopeso per perdere alcuni chili in vista di occasioni particolari: ad esempio una cerimonia di nozze o per la ‘prova costume’.

SOLO I MEDICI DOVREBBERO PRESCRIVERLE

E invece sono prescritte da chiunque (personal trainer, biologi, dietisti, farmacisti…) oppure sono autosomministrate comperando kit di prodotti tramite il web. Il professor George L. Blackburn di Harvard, è considerato da taluni il padre della dieta chetogenica poichè negli anni ’70 per il suo dottorato aveva trattato centinaia di pazienti con questo tipo di dieta. Ma cosa ne pensava veramente Blackburn di questo drastico regime dietetico per  trattare l’obesità?

Nel suo libro autobiografico a fine carriera, pubblicato nel 2007, non cita neppure la dieta chetogenica come possibile trattamento per l’obesità. Anzi è interessante leggere cosa scrive Blackburn delle diete drastiche alla moda. “Non servono a nulla perché non sono sostenibili nel lungo termine, non permettono di acquisire nuove abitudini salutari e si ritorna inevitabilmente alle vecchie abitudini”.

L’autore cita espressamente il suo studio di dottorato degli anni ’70 in cui aveva paragonato la dieta chetogenica (da 400-800 kcal al giorno) con un trattamento ipocalorico (-500 kcal al giorno), su 668 soggetti. Risultato: dopo due anni dal trattamento coloro che avevano seguito la dieta chetogenica avevano recuperato più di metà del peso perso; invece il gruppo che era dimagrito lentamente alla fine dei due anni aveva perso peso in egual misura se non più rispetto a coloro che avevano seguito la dieta drastica. Quando si perde più del 10% del proprio peso il corpo inizia ad opporsi al cambiamento. Molti studi clinici confermano questo. 

Sono passati alcuni anni dal 2007 e nuovi studi hanno rilanciato le Vlckd che vengono presentate come una panacea non solo per l’obesità ma anche per molte altre malattie. Se Blackburn aveva ragione riguardo la loro inefficacia nel trattare l’obesità lo scopriremo solo in futuro perché la letteratura scientifica sull’argomento è contaminata da diversi studi non indipendenti. Comunque nel rispetto della sua memoria dobbiamo ricordare che non solo è stato uno dei primi a studiarle ma anche a criticarle.

tratto da un articolo del Fatto Alimentare